Psicologia della persona: so di pensare? Il controllo metacognitivo


A cura della psicologa psicoterapeuta Francesca Cervati

Cogito ergo sum è la celebre frase che il filosofo Cartesio utilizza per indicare il fatto che l’essere umano si rende conto di essere un “animale pensante”, ovvero cosciente delle proprie azioni, capace insomma di comprendere la differenza tra il trovarsi seduti in auto o sul divano.

Avete mai sentito dire “è come andare in bicicletta, non ce lo si scorda mai”? Anche questo detto popolare aiuta la riflessione riguardo quanto ci rendiamo conto di sapere? Perché è vero, magari non ricorderete quale sia il freno posteriore e quello anteriore, ma sicuramente non avrete bisogno di rimettere le rotelle, anche se per 10 anni non aveste più guidato una bicicletta.

Questi banali esempi trattano un meccanismo molto interessante e appartenente a un mondo di recente scoperta e analisi: il controllo metacognitivo.

Tramite la metacognizione infatti, intesa come capacità di riflettere su sé stessi, è possibile spiegare il funzionamento di questi meccanismi che si attivano automaticamente sulla base di conoscenze radicate nella nostra mente.

Metacognizione e controllo metacognitivo

Abbiamo già parlato in precedenza del controllo metacognitivo e del suo studio da parte del mondo della psicologia.

La capacità di “pensare di star pensando” viene infatti suddivisa in conoscenze metacognitive e controllo metacognitivo: l’acquisizione di questa coscienza permette di intervenire nella regolazione e nel controllo dei processi messi in atto dalla persona (Antonietti).

 Questo significa che alcuni delle azioni che mettiamo in atto in modo automatico (come guidare, fare un caffè, vestirsi etc.) possono avere una maggiore efficacia quando raggiungono per noi uno stato di maggiore coscienza della loro esistenza e del loro funzionamento, poiché i processi di controllo metacognitivo permettono all’individuo di intervenire sui propri meccanismi mentali.

 Il suo utilizzo nell’ambito psicologico e didattico

L’utilità del controllo metacognitivo oggi viene sfruttata da numerosi psicologi in ambito didattico, dove diversi esperimenti stanno dimostrandone l’efficacia sia nell’immediato sul compito richiesto che a lungo termine.

Secondo lo psicologo Waters, la metacognizione è l’aspetto che può essere più facilmente promosso e migliorato dall’educazione; infatti, quando alle conoscenze metacognitive fa riscontro un buon livello di consapevolezza, si può iniziare a regolare il proprio lavoro mentale intervenendo, a vari livelli, sulle nostre azioni.

All’interno di uno studio, una maggiore consapevolezza dei nostri meccanismi è molto importante e può portare un notevole miglioramento nel lavoro con uno psicologo.

Lo studio nel campo psicologico

Una volta compreso il meccanismo metacognitivo e la sua divisione in conoscenza e controllo, è giusto chiedersi in che modo questo può risultare utile: ebbene, i processi di controllo metacognitivo potrebbero fornire all’individuo la possibilità di intervenire sui propri processi mentali.

Lo psicologo Cesare Cornoldi, a tal proposito, sosteneva che essi avessero valenza adattiva, infatti, molti dei processi di controllo fanno parte delle normali attività svolte dall’essere umano:

  • orientamento generale (rispetto a una situazione);
  • attivazione di conoscenza implicite (che possediamo relative al compito);
  • integrazione delle informazioni provenienti da fonti diverse;
  • generazione delle alternative per la soluzione del problema (ipotesi)
  • automonitoraggio;
  • valutazione della difficoltà del compito;
  • definizione del livello di performance attesa (il risultato che ci aspettiamo di ottenere in base al nostro agire);
  • esame delle alternative e decisione;
  • implementazione del piano strategico (l’azione vera e propria);

Ne ho citati solo alcuni, ma se foste curiosi qui potete trovare l’elenco completo, che comprende anche diversi processi “postumi” all’azione (come la raccolta di feedback).

Naturalmente, a seconda della difficoltà del compito, dovremmo considerare diverse variabili, come il fatto di dover procedere per step, mentre in altri casi (come per mettersi un paio di scarpe) il processo avverrà in modo più veloce e naturale: Cornoldi, infatti, riconosce al controllo metacognitivo un ruolo adattivo che prescinde addirittura la consapevolezza della messa in atto di questo processo.

Inoltre, va considerato che alcuni dei processi che mettiamo in atto nella nostra quotidianità, sono automatizzati proprio perché sono stati affinati con gli anni, grazie all’abitudine e alla loro ripetizione.