Perché le punture di zanzara tigre sono pericolose?


Tra gli insetti più detestati dal genere umano non c’è alcun dubbio che il primato spetti alle zanzare. Questo perché, oltre ad essere insetti molto invasivi ed infestanti, sono causa di fastidiose punture con relativo gonfiore e prurito e rendono spesso le notti intollerabili con il loro continuo ronzio.
Di certo ci sono tanti rimedi per tenerle lontane, anche a base di repellenti naturali; non tutti però sanno che a questi fastidi si aggiunge il problema della pericolosità delle punture di zanzara, da molti sottovalutato, ed in particolare quella delle punture di zanzara tigre, nota anche col nome scientifico di Aedes Albopictus per la sua caratteristica livrea a strisce.
Si tratta di una zanzara molto aggressiva perché ha un’attività prevalentemente diurna a differenza delle sue “cugine” di altre specie, agendo sia all’esterno che negli spazi domestici e non disdegnando comunque di pungere per nutrirsi anche dopo il tramonto. A tutto ciò si aggiungono la spiccata predilezione per l’essere umano ed una impressionante capacità riproduttiva, ma la sua proliferazione deve essere a tutti i costi arginata perché la zanzara tigre costituisce un serio rischio sanitario per l’uomo.

I pericoli della zanzara tigre e il rischio sanitario

I pericoli delle punture di zanzara tigre derivano dalla capacità di questo insetto di essere un abilissimo vettore biologico in grado di trasmettere all’uomo diverse infezioni virali anche gravi: tra queste possiamo annoverare il virus della dengue, quello della febbre gialla, della chikingunya e anche quello della febbre del Nilo occidentale. Tutte sono delle patologie anche abbastanza serie e che anche in Italia sono state registrate, spesso con dei veri e propri focolai come accaduto nel non lontano 2017 (qui la notizia riportata dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità) con centinaia di casi accertati in zone circoscritte, soprattutto nelle aree pianeggianti e naturalmente nel periodo di maggiore diffusione delle zanzare, quello più caldo dell’anno. Limitare tale rischio sanitario è compito e dovere di tutti, e può essere fatto mettendo in atto delle strategie di prevenzione volte a ostacolare la proliferazione delle zanzare e delle loro larve e la deposizione delle uova.
A ciascuno secondo i propri mezzi spetta quindi prestare attenzione a comportamenti e atteggiamenti, come vedremo nel prossimo paragrafo.

La prevenzione contro la zanzara tigre

Iniziando dai comuni cittadini, tutti devono prendere coscienza del rischio sanitario della proliferazione della zanzara tigre ma anche di altre specie anch’esse in grado di trasmettere altre malattie pericolose, basti pensare alla malaria. La capacità di riproduzione delle zanzare nel periodo che va da aprile ad ottobre raggiunge numeri stratosferici, e ciò dipende dalla loro capacità di deporre anche 300 uova per volta.

I cittadini e la prevenzione

Chiunque può mettere in atto degli accorgimenti e delle accortezze per evitare di offrire alle zanzare terreno fertile per la proliferazione, ed il terreno in questo caso è in realtà l’acqua. Qualsiasi bacino dive si può raccogliere dell’acqua, anche di ridotte dimensioni, è infatti per le zanzare una vera manna.
I principali stratagemmi sono:

  • Non abbandonare all’aria aperta contenitori o recipienti nei quali è contenuta acqua o che possono raccogliere acqua piovana: secchi, vasi, fioriere, persino i sottovasi e gli innaffiatoi chiamerebbero a raccolta le zanzare per deporvi le loro uova
  • Bidoni come quelli per le attività agricole che non possono essere svuotati vanno ermeticamente sigillati
  • Se si dispone di una piscina ma non si intende usarla in quel periodo, va mantenuta vuota
  • Uno stagno ornamentale o un laghetto presente in un giardino va trattato con opportuni larvicidi dal basso impatto ambientale, anche se l’opzione più green è popolarli di pesci rossi che si nutriranno proprio delle larve di zanzara

Gli enti pubblici e la prevenzione

Enti pubblici quali i comuni e le ASL hanno invece il preciso dovere di tutelare la salute della comunità compiendo interventi di disinfestazione programmatici e a cadenza mensile nelle aree pubbliche, si pensi alle fontane ma soprattutto ai tombini ed alle caditoie. Questi ultimi mettono infatti in comunicazione, attraverso le grate che vi fanno defluire l’acqua piovana, la sede stradale con la rete fognaria, e proprio questo è ambiente di elezione per la proliferazione delle zanzare nelle città essendo umido e insalubre.
Vanno introdotti specifici larvicidi dal bassissimo impatto ambientale e che non siano tossici per altri organismi non inclusi nel bersaglio. Questi interventi, per quanto necessari, introducono comunque nell’ambiente e nell’ecosistema delle sostanze chimiche, ed il tutto a ragionarci bene potrebbe essere evitato seguendo una strategia ed un approccio diversi, basati su un sistema antizanzare interamente meccanico e quindi più ecosostenibile.

Un sistema antizanzare meccanico

Una concreta ed efficace strategia di lotta alle zanzare ed alla loro proliferazione può essere messa in atto grazie a dei dispositivi di nuova concezione con i quali equipaggiare i tombini e le caditoie.
Il funzionamento di un sistema antizanzare di questo genere, come quello messo a punto e brevettato da UNFO-PLS, si basa sul principio secondo il quale i tombini, ad essere logici, dovrebbero essere aperti solo quando necessario, ossia quando l’acqua piovana o l’acqua usata per il lavaggio delle strade deve defluire nelle condotte fognarie. In tutti gli altri momenti è bene che il sottosuolo resti isolato dalla superficie, evitando la fuoriuscita di presenze sgradite ma anche di cattivi odori. Lavorare in quest’ottica contro il pericolo rappresentato dalla zanzara tigre e da altre zanzare vuol dire anche mettere in atto delle politiche strutturali e strumentali più rispettose dell’ambiente, in quanto si può fare a meno di disinfestanti chimici e pesticidi.