Come scegliere il packaging più adatto per i farmaci veterinari?


La produzione di farmaci veterinari ha assunto, negli ultimi tempi, una rilevanza sempre maggiore, rivelandosi come uno dei settori in più forte crescita dell’intera industria farmaceutica. Parallelamente, anche le aziende che si occupano di packaging farmaceutico hanno affiancato, ai vari tipi di astucci e alle confezioni per pillole, gocce e sciroppi destinati al consumo umano, anche una serie di prodotti dedicati alla farmacologia veterinaria.

Si tratta di un settore che sta vivendo un periodo di intenso sviluppo, ma che, allo stesso tempo, è regolato da norme sempre più rigide, che definiscono con precisione le caratteristiche e i requisiti che ogni imballaggio deve possedere, per ricevere l’approvazione da parte delle autorità. L’obiettivo è, infatti, quello di uniformare il più possibile il mercato, evitando che si possa generare confusione tra prodotti differenti e contribuendo a fermare il grave fenomeno della vendita di farmaci contraffatti, considerati pericolosi per la salute dei nostri animali.

Per tutti questi motivi, progettare il packaging di un farmaco veterinario è un compito tutt’altro che semplice. Occorre, infatti, conciliare requisiti ed esigenze differenti, per giungere ad una soluzione che soddisfi tutte le parti chiamate in causa, ovvero le industrie farmaceutiche, gli utenti finali e gli enti deputati al controllo, in modo tale da poter immettere il prodotto sul mercato, senza andare incontro a fermi o sanzioni economiche.

Il brand italiano Althena, con la sua linea di packaging per farmaci veterinari, ha saputo porsi in maniera vincente sul panorama nazionale e internazionale con la progettazione di packaging personalizzato per farmaci, ovvero sviluppato sulla base delle caratteristiche peculiari del singolo farmaco e, al contempo, in linea con gli standard prescritti dalle normative.

Gli imballaggi dei farmaci veterinari devono, difatti, rispondere a tre requisiti fondamentali, ossia:

  1. Protezione del farmaco → Lo scopo del packaging farmaceutico è, innanzitutto, quello di preservare il prodotto da eventuali danni provocati da agenti esterni. Alcuni principi attivi, infatti, sono sensibili alla luce solare, al calore e/o all’umidità e, pertanto, necessitano di una protezione adeguata durante le fasi di trasporto, stoccaggio e vendita. Gli imballaggi, pertanto, hanno l’importante funzione di mantenere integro e intatto il prodotto, evitando ogni possibile alterazione. Solo così si potrà garantire l’efficacia terapeutica del farmaco, ma soprattutto l’assenza di rischi per la salute degli animali domestici.
  2. Tracciamento del prodotto → Tante categorie di prodotti, oggi, devono essere interamente tracciabili, a partire dalle primissime lavorazioni, sino alla vendita in negozio: i farmaci per uso veterinario rientrano in questo gruppo e, pertanto, devono presentare un packaging tale da consentire, in caso di controllo, di risalire a tutte le tappe della filiera produttiva. La scelta del sistema di tracciamento dipende da vari fattori e, generalmente, viene affidata alla stessa azienda che si occupa di produrre gli imballaggi.
  3. Comunicazione all’utente → In terzo luogo, il packaging veterinario deve contenere informazioni tali da consentire l’identificazione e il corretto uso dei singoli prodotti. Occorre, dunque, riportare sia il nome commerciale del farmaco, sia ulteriori elementi come il principio attivo, gli eccipienti, la tipologia (ad esempio, ‘compresse’ o ‘sciroppo’), la posologia, le indicazioni terapeutiche e il quantitativo di prodotto, espresso in mg, ml, ecc. a seconda che si tratti di un medicinale venduto in forma solida o liquida.

Insomma, come possiamo notare, anche il packaging veterinario, al pari di quello farmaceutico ‘tradizionale’, va progettato con attenzione, affinché assolva al meglio a tutte le sue funzioni. Pertanto, è qui che entrano in gioco sia l’esperienza che le competenze delle aziende, per giungere ad un risultato pienamente soddisfacente.